Ipnosi regressiva alle vite passate

Esiste la reincarnazione?

Abbiamo già vissuto altre vite prima di questa?

Non so darvi una risposta, ma una parte di me è sempre stata incuriosita da questo pensiero, tanto da spingermi a sperimentare su me stessa l’ipnosi regressiva alle vite passate. Negli anni ho fatto molte regressioni con psicoterapeuti diversi e, in tutti i casi, è stata un’esperienza affascinante e profonda. Era come se la mente fosse divisa in due parti. Una parte di me era totalmente coinvolta in quello che stava accadendo, tanto da provare emozioni vere ed intense; allo stesso tempo, un’altra parte di me era presente, vigile e critica e mi diceva cose come: “non puoi essere triste perché tizio è morto, non è reale!”.

Foto di Jérémie Perron da Pixabay

Non posso dire di aver veramente vissuto una di quelle vite prima di questa, nessuno può sapere cosa succede “dopo”, ma non è questo il punto. Indipendentemente da quello che crediamo o meno, l’ipnosi regressiva alle vite passate ci può aiutare a superare alcuni blocchi mentali o a “guarire” alcune patologie psicosomatiche (dopo, ovviamente, aver escluso ogni possibile causa organica) attraverso la simbologia di una storia che la nostra mente subconscia crede reale. Per aiutarvi a capire cosa intendo, vi racconto l’aneddoto di una paziente che soffriva di un fastidioso dolore ad una gamba che, in certi momenti, le rendeva difficile muoversi con semplicità; durante la regressione si è visualizzata nelle vesti di un cavaliere che veniva schiacciato dal suo cavallo caduto in battaglia, proprio sulla gamba dolente. In questo caso il dolore è sparito perché il dolore non aveva cause organiche e la psiche della signora ha “guarito” la gamba utilizzando la simbologia dell’incidente a cavallo.

Circa due anni fa ho deciso di iscrivermi al corso del carissimo dott. Alex Raco, psicoterapeuta e allievo di Brian Weiss, e di formarmi sull’ipnosi regressiva alle vite passate: una bellissima esperienza, non solo didattica, ma anche di crescita personale.

Ci tengo a specificare che, essendo una psicoterapeuta, utilizzo questa tecnica (insieme a molte altre) come prezioso strumento nei percorsi di psicoterapia e ci tengo a specificare che la sola ipnosi regressiva NON è una terapia!

L’ipnosi regressiva alle vite passate può anche essere provata per semplice curiosità, come ho fatto io inizialmente. In questo caso si segue un iter diverso di prenotazione in quanto le sessioni sono occasionali.

Ora parliamo un pò dell’ipnosi e dei falsi miti che la circondano.

Cos’è l’ipnosi in breve

Immagine di awesomecontent su Freepik

Tutti noi entriamo in uno stato ipnotico in molte occasioni senza nemmeno accorgercene. Per esempio, quando guardiamo un film che ci sta coinvolgendo molto entriamo automaticamente in uno stato di ipnosi: proviamo emozioni legate ai personaggi e alla trama come se fossimo noi i protagonisti, ma siamo allo stesso tempo coscienti che sia solo una finzione.

In breve, l’ipnosi è uno stato di concentrazione altamente focalizzata unita ad un rilassamento profondo, in cui una persona diventa maggiormente suscettibile alle suggestioni. Può essere utilizzata per scopi terapeutici, ma è importante essere consapevoli che l’ipnosi non è una forma di controllo mentale e richiede sempre la cooperazione del soggetto coinvolto.

Cos’è l’ipnosi regressiva

L’ipnosi regressiva è una tecnica specifica di ipnosi in cui la persona viene guidata a tornare indietro nel tempo, fino a rivivere esperienze passate, spesso per esplorare ricordi reconditi o eventi significativi. Questa tecnica ipnotica è utilizzata principalmente per indagare problemi o traumi del passato, ma è importante notare che la validità e l’efficacia della regressione ipnotica sono ancora oggetto di dibattito tra gli esperti.

Cos’è l’ipnosi regressiva alle vite passate

L’ipnosi regressiva alle vite passate è una forma di ipnosi che ha l’obiettivo di far rivivere alla persona esperienze di vite precedenti.

Per prima cosa, è necessario svolgere un colloquio conoscitivo per comprendere meglio alcuni aspetti della persona.

La regressione vera e propria inizia con un’induzione ipnotica che contiene suggestioni volte a raggiungere uno stato di profondo rilassamento, calma e benessere. Man mano che lo stato di rilassamento aumenta, i cinque sensi diventano più percettivi e l’esperienza di regressione ad una vita passata sembra sempre più reale. L’esperienza ipnotica verrà guidata attraverso domande e indicazioni che variano a seconda della situazione. Infine, la persona verrà dolcemente condotta ad uscire dallo stato di trance.

Ci tengo a precisare che l’ipnosi rende più disponibili a sperimentare le suggestioni, ma non può forzare ad averle; è uno stato che deve essere consentito dalla persona e che la persona può interrompere in qualsiasi momento, solo pensando di non volerci più stare.

Infine, come ho già detto, l’ipnosi regressiva alle vite passate non è una terapia, ma uno strumento che può essere usato per promuovere la consapevolezza di se stessi e il benessere personale. I risultati non possono essere garantiti e generalmente non sono istantanei, ma richiedono tempo per essere elaborati.

Come prenotare una sessione di ipnosi regressiva alle vite passate

Invia un’email o un whatsapp con il tuo indirizzo email e ti verranno inviate tutte le informazioni per prenotare una sessione, i costi e i tempi d’attesa.

Foto di Susanne Jutzeler, Schweiz 🇨🇭 suju-foto da Pixabay

Domande frequenti rispetto all’ipnosi regressiva alle vite passate

Quali fattori favoriscono l’esperienza di ipnosi alle vite precedenti?

  • Abbandonare i pregiudizi verso l’ipnosi per non attivare il fattore critico che può ostacolare il processo.
  • Essere motivati e curiosi verso l’esperienza che si sta per fare e desiderare che qualcosa accada.
  • Essere coinvolti nel processo e lasciarsi andare: l’ipnosi non è un atto passivo, ma richiede partecipazione e coinvolgimento.
  • Cosa rende difficile essere ipnotizzati?

Le persone che rispondono meno all’’ipnosi sono quelle che hanno paura di perdere il controllo, che si sentono inibite o che hanno credenza errate sull’ipnosi in generale.

Si perde il controllo durante la regressione?

No, una persona ipnotizzata rimane consapevole di chi è e di dove si trova e non perde il controllo del suo comportamento; può anche decidere di omettere dettagli della propria esperienza al terapeuta così come può decidere di interrompere l’esperienza quando lo desidera e in modo autonomo. Il terapeuta guida e struttura l’esperienza per quanto gli permette il paziente e non può costringerlo a fare nulla contro la propria volontà.

Si ricorda quello che è accaduto durante l’esperienza ipnotica?

Generalmente ci si ricorda tutto quello che emerge durante la trance ipnotica.

Possono essere ipnotizzati tutti?

Circa il 20% delle persone possono essere ipnotizzate facilmente e profondamente; la maggior parte (circa il 65%) può essere ipnotizzata ad uno stadio più leggero e, con la pratica e l’esperienza, può arrivare a sperimentare uno stato profondo di ipnosi. Solo il restante 15% può arrivare a sperimentare uno stato leggero di trance; questo è generalmente dovuto a fattori come la paura, la mancanza di motivazione, le distrazioni esterne o la mancanza di fiducia verso il terapeuta.